Slow tourism: Cosa è il Turismo Lento?
Turismo lento, tutti ne parlano e pochi lo conoscono
Il Turismo Lento – Slow Tourism per gli anglofoni – è una filosofia di vivere prima che applicata nel viaggio.
Promuovere la qualità e l’esperienza contrapponendosi al turismo di massa, veloce e di consumo che poco valorizza le tipicità di un luogo.
Conoscenza e scoperta di cibi biologici e a Km zero, propensione a destinazioni attente dal risparmio energetico e alla raccolta differenziata per perseguire valori sostenibili verso un turismo più sano e reale.
Per chi viaggia in chiave slow è cresciuta la volontà di andar oltre alla brochure e conoscere l’impatto ambientale di una struttura turistica e la sensibilità ecologica dei gestori o la provenienza e del cibo prima di acquistare un determinato servizio.
Purtroppo chi opera nel turismo sì, si è accorto del cambiamento utilizzando sempre più spesso termini come “sostenibile” ed “ecologico” ma spesso abusati o applicati in modo confuso dove in realtà non vengono seguiti i fondamentali.
Urge un glossario che presto pubblicherò!

Perché fare Slow Tourism. L’approccio al Turismo Lento
Condivido lo studio “Destinazione Slow Up” del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali UniTS che definisce fare slow tourism come un approccio all’offerta e alla fruizione di prodotti turistici che interagiscono come segue:
- Contaminazione: stimolano le interazioni con la comunità ospitante.
La sfera relazionale tra le persone che sono portatori di diverse esperienze, credenze, saperi, culture e la capacità del sistema di offerta di creare fertili opportunità di scambio tra di loro
- Autenticità: esaltano le specificità dei luoghi.
La capacità di offrire prodotti e servizi non standardizzati e in grado di esaltare le differenze, rimarcando all’ospite che non potrebbe essere ovunque ma proprio in quel luogo, con le sue peculiarità ed eccellenze.
- Sostenibilità: minimizzano l’impatto sull’ambiente.
L’impatto delle attività turistiche sull’ambiente locale è importante, ribadendo la necessità di un approccio sostenibile:
– ecologicamente leggero nel lungo periodo,
– economicamente conveniente,
– eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali.
- Tempo: richiedono una programmazione rivolta al miglioramento della qualità.
Ci vuole tempo nell’organizzazione aziendale e territoriale e richiede un orientamento strategico con una progettualità esplicita di medio-lungo periodo.
Significa dedicare tempo per:
– analizzare,
– comprendere,
– progettare
miglioramenti qualitativi delle attività, dei servizi e della destinazione per chi ne fruisce come cliente e per chi ci lavora
- Lentezza: privilegiano ritmi non frenetici.
La costruzione, promozione e offerta di servizi e prodotti di turismo lento, dai ritmi non frenetici, non massificati, in grado di far partecipare l’ospite a un’esperienza completa, profonda e coinvolgente, che gli consenta di assimilare gradualmente i legami con la realtà locale.
- Emozione: coinvolgono in un’esperienza multisensoriale.
La capacità di generare momenti memorabili, che fanno ripartire l’ospite diverso da come è arrivato, segnato da un’esperienza realmente coinvolgente e gratificante. Ispirando la voglia di tornare e il passaparola.
Io aggiungerei Rispetto per le necessità e bisogni delle persone ed inclusione sociale per un turismo per tutti.
Le linee guida per lo Slow Tourism
Grazie al fondo Ita-Slo.eu, il dipartimento ha anche definito le linee guida finalizzate a strutturare il prodotto turistico integrato Slow Tourism
Sono stati presi in riferimento diversi segmenti turistici esistenti e potenziali nell’area come:
- birdwatching,
- turismo fluviale e lungo i corsi d’acqua,
- cicloturismo,
- cammini;
- ippovie e mobilità slow
La definizione delle linee guida è stata fatta in collaborazione con il lead partner, il Bsc di Kranji, l’Organizzazione turistica slovena e l’Econstat di Bologna ed è stata così articolata:
1. L’approccio slow al turismo,
2. Marketing e promozione slow,
3. Tecnologie Ict: il fast per lo slow,
4. Il moviLento: naturale e meccanico,
5. Ospitare con una qualità slow,
6. Slow food in slow tourism,
7. L’utenza slow nell’anima e nel corpo,
8. Progettare e vivere lo stile slow.
Per approfondire l’argomento è possibile scaricare in italiano le loro linee guida per lo slow tourism e visitare il sito del progetto.

22 Comments
Molto interessante… Bisognerebbe vivere più slow in generale, e anche viaggiare slow 🙂
Ciao Alessia grazie per il commento. Anche io penso che il vivere con maggiore consapevolezza di mezzi e risorse porti a maggiore responsabilità e sostenibilità. Quindi “vivere con lentezza” dovrebbe diventare la naturale forma di resilienza ai cambiamenti sociali e ambientali che ci circondano. Ti auguro un bellissimo anno nuovo!
Molte persone ricercano questa tipologia di turismo, io che amo fare trekking alcune volte ho scelto di camminare da un borgo a un altro per apprezzare tutti gli aspetti del viaggio.
Adoro il turismo lento, anche se sono molto più disordinata rispetto alle linee guida che hai citato. Credo comunque che sia il miglior modo di fare turismo. Anzi: di viaggiare. Perché che senso ha andare di fretta in un luogo che non si è mai visto e limitarsi allo Starbucks e a esperienze che puoi replicare anche a casa tua? Ciao Silvia 🙂
Interessante articolo, non ne avevo mai sentito parlare.
A me piacerebbe tanto fare un’esperienza slow. Sia perché mi preoccupo in generale della sostenibilità ambientale, ma anche per vivere un viaggio con maggiore relax.
Adoro il turismo lento! Articolo molto interessante! 🙂
Trovo questo post molto interessante e rispecchia i principi del mio modo di viaggiare. Continuerò a seguirti.
La lentezza è uno stile di vita che abbiamo perso… Ma almeno nel viaggio è importante ritrovarla!
Articolo molto interessante. È un argomento mi piacerebbe approfondire!
Sì ne vale la pena e ha molte sfaccettaure e potenzialità inespresse.
Turismo lento e sostenibile sono le chiavi per uscire dalle aberrazioni del suo opposto, il turismo di massa. Bene che si stiano diffondendo politiche di slow tourism, oltre agli itinerari o alle strutture dei singoli. Importante sarà, poi, vigilare affinché lo slow tourism rimanga davvero sostenibile
Condivido in pieno e per questoche continuo a parlare di questi argomenti.
Speriamo sempre più che sia il turismo del futuro.
Intanto se ne inizia a parlare, è già qualcosa…
Sì siamo sulla strada della sensibilizzazione. L’anno prossimo sarà l’anno del turismo lento da MIBACT
Turismo Lento: è un modo di viaggiare che amo e sento mio. Specie nella mia Sicilia che sto riscoprendo pian piano. Certo occorre tempo, oggi diventato ricchezza primaria…
Grazie di questo post. Molto interessante. Da quest’anno ho iniziato a inserire nei miei percorsi sul territorio di cui scrivo le ciclovie e il trekking. Ho visto che sono articoli molto apprezzati. Forse la gente comincia davvero ad apprezzare questo modo di vivere i luoghi e non bisogna sottovalutare questa nuova tendenza.
Grazie per aver parlato fi slow travel. Io condivido appieno questa tipologia di viaggio, anzi per me questo è il viaggio. Quello in cui dedichi il tempo per conoscere e andare al di là dello scontato. Se corri, nn vedi, se nn vedi nn conosci il paese.
Un argomento molto interessante e molto attuale. Viaggiare slow, oltre ad essere un modo di rispettare e far crescere le comunità e le culture locali senza prevaricarle, secondo me permette al viaggiatore di assaporare davvero l’esperienza di viaggio che sta vivendo. Lo dico pur essendo una che quando si trova in un luogo qualunque del mondo desidererebbe non perdersi neppure un istante o un’esperienza… quindi, beh viaggio con anima slow ma piede fast!
Ciao Virginia, in effetti è difficile prendersi maggior tempo per capire e conoscere a fondo i luoghi che si visitano in viaggio.
Un consiglio potrebbe essere a ogni viaggio aumentare la curiosità e la propensione in attività vicini alle attività locali.
Sarà un’esperienza più arricchente.
È la prima volta che capito sul tuo sito Silvia, e siccome l’argomento mi interessa molto, ed è un aspetto fondamentale del mio blog, ti seguirò con piacere. Il tema della sostenibilità, correlato al tuo articolo sul turismo slow, è molto complesso e i turisti vanno sensibilizzati su nuovi modi di affrontare e scegliere il viaggio. Complimenti!
Grazie Ingrid, in effetti un approccio più consapevole da chi si occupa di comunicazaione e promozione del turismo e territorio innesca maggiore sensibilità nei confronti di chi viaggia e curiosità verso le tematiche e me care di turismo lento e economia circolare. A presto sul mio blog!